Sono trascorsi esattamente trent'anni da quando, il 31 ottobre 1984, Eduardo De Filippo ci ha lasciati. Nato a Napoli il 24 maggio 1900, figlio naturale (con i fratelli Titina e Peppino... enon solo) dell'attore e capocomico Eduardo Scarpetta e della sarta teatrale Luisa De Filippo, Eduardo è salito giovanissimo sul palco, passando dal ruolo di attore (anche per il cinema e la televisione) a quello di capocomico e regista, ma approdando presto anche alla scrittura, sia come drammaturgo che come poeta.
Numerosi i testi che Eduardo ci ha lasciato: un patrimonio "napoletanissimo" nell'anima ma al tempo stesso capace di parlare una lingua universale, fatta di profonda conoscenza dell'uomo e della vita, delle sue ombre e delle sue luci.
Ogni amante del teatro ha senza dubbio la sua personale "antologia" di testi eduardiani, formata da titoli più o meno celebri, più o meno frequentati ancora oggi. Tra le sue tante opere, allora, citeremo solo le più famose: natale in casa Cupiello del 1931, "Non ti pago" del 1940, "la fortuna con l'effe maiuscola" del 1942, "napoli milionaria" del 1945, "Questi fantasmi!" e "Filumena Marturano" entrambe del 1946, "Le voci di dentro" del 1948, "Sabato, domenica e lunedì" del 1948, "Gli esami non finiscono mai" del 1973.
Partendo da una tradizione forte come quella della scena partenopea, De Filippo fu comunque un innovatore e un uomo di ampi orizzonti. Significativi, in tal senso, il ciclo di incontri realizzato con Carmelo Bene e l'amicizia con Pier Paolo Pasolini: con lui aveva in progetto una partecipazione al film "Porno-Teo-Kolossan", naufragato per l'assassinio dello scrittore nel 1975.