Friday 02 May 2025

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Nautilus Cantiere Teatrale di Vicenza

Anno di fondazione: 2009
Presidente: Gigliola Zoroni
Indirizzo: Via Randaccio, 10 - 36100 Vicenza
Telefono: -
Facebook: nautiluscantiereteatrale
E-mail: Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.
Sito web: www.nautiluscantiereteatrale.it
Referenti: Gigliola Zoroni - 339 7501177

Spettacoli disponibili


COPA LA VECIA!
di Piergiorgio Piccoli

tratta da "La Zuppiera" di Robert Lamoureaux

Regia di Piergiorgio Piccoli

Tipo di teatro: brillante, veneto

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In una famiglia di origini contadine, la proprietà di campi e vigne è stata ereditata da Nena, una vecchia tirchia, irosa e alquanto sbadata. Il fratello Pippo, discendente di quel ramo della famiglia dedito all'industria, ultimo erede di capostipiti un po' troppo spendaccioni, si trova in gravi difficoltà economiche causa una malandata fabbrica di rubinetti. Per salvarsi dalla bancarotta cerca di concludere una mediazione con lo scopo di vendere le proprietà terriere della sorella ad una grande fabbrica di automobili, ma la vecchia rifiuta, e qui iniziano davvero i guai. La furba e losca cameriera Viviana riesce ad instillare in Pippo e sua moglie l'idea che l'unico modo per venire fuori dal grandissimo guaio sia... far fuori la vecchia! Dopo alcuni maldestri tentativi andati a vuoto, i protagonisti decidono quindi di chiedere l'aiuto di un killer, ma la vicenda si complica ulteriormente causa la visita inaspettata di un misterioso gentiluomo napoletano che viene coinvolto nei piani criminali. Da qui una serie di equivoci e malintesi che coinvolgono un agente di polizia imbranato, una giovane in cerca di marito, un malvivente un po' fobico ed altri assurdi personaggi catapultati in una serie di avvenimenti che mettono in ridicolo i "cattivi" nella loro aggressività, nella loro cupidigia e in tutti quegli istinti omicidi che, fatti i conti con il buon senso ed i freni inibitori, possono alla fine risultare patetici e goffi, impossibili da rendere reali rispetto alle divertentissime fantasticherie che li precedono. Per la prima volta il Nautilus affronta una commedia in dialetto veneto, con un esito straordinario per quanto riguarda la freschezza dell'inventiva, la vivacità degli interpreti e la comicità dell'intera vicenda.

QUATTRO DONNE E UN BASTARDO
di Pierre Chesnot

Regia di -

Tipo di teatro: -

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Una commedia molto divertente e graffiante, che attraverso l'ironia ed il dinamismo delle situazioni e le battute fulminanti mette in luce i contrasti e le debolezze nei rapporti tra gli universi maschile e femminile.
Il protagonista, Francois Dumoulin, si giostra con spregiudicatezza tra la vita domestica con la sua seconda moglie (peraltro amica della prima) ed alcune relazioni più o meno clandestine (un'amante "storica", un'altra recente, e poi... chissà). Ce n'è abbastanza perché le situazioni si complichino e gli equivoci si moltiplichino, in un tourbillon di imprevisti e di divertimento. La vicenda si svolge la sera del compleanno di Francois, quando una festa a sorpresa scombina i suoi piani e dà l'avvio ad un incontrollabile climax comico, a cui partecipano e contribuiscono anche una surreale coppia di amici ed un aitante pasticcere incaricato di consegnare la torta.

IL COLPO GOBBO DEL DOTT. FRANKENSTIN

da "Il Dott. Frankenstein" di M. Shelley e dal film "Frankenstein Junior" di M. Brooks

Regia di Marina de Luca e Aristide Genovese

Tipo di teatro: brillante

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La storia del medico e professore universitario Frederick Frankenstin che, per una fortuita serie di accadimenti, dovrà recarsi in Transilvania al castello dell'avo Dr. Frankenstein. Qui incontrerà personaggi comici quanto grotteschi, i quali gli faranno fortuitamente ritrovare gli appunti medici del nonno sulla creazione di un nuovo essere vivente a partire dal cervello e dalle membra di defunti. Frederick cercherà di dare vita a un umanoide nato in laboratorio, ma per un errore di procedimento scientifico la creatura sarà inquietante, totalmente imprevedibile e scellerata. Lo spettacolo propone in chiave comica e surreale la storia di Mary Shelley, infarcendola di gags, situazioni paradossali e personaggi sopra le righe che trascinerà lo spettatore verso un finale a sorpresa.

MACBETH BLACKOUT
di Valentina Ferrara

da Macbeth di W. Shakespeare e G. Verdi, testi di F.M. Piave

Regia di Valentina Ferrara

Tipo di teatro: tragedia

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Una scena ridotta all'unità di un altare, che è anche un semplice tavolo, attorno al quale, alla luce delle candele, si svolgono le vicende del dramma, quasi precipitando: suggestionato da apparizioni soprannaturali e dall'ambizione della amata sposa, il valoroso Macbeth uccide re Duncan e s'invischia in una catena di delitti fino a prendere coscienza della vanità del mondo e della diabolica insidiosità delle profezie.
L'ambientazione contemporanea rende più immediato il rapporto tra noi, la vicenda che evochiamo, e i suoi protagonisti. Liberati dal loro contesto storico e avvicinati anche fisicamente al pubblico, questi archetipi, che si muovono in una oscurità tangibile che è anche riflesso delle tenebre della loro mente, dialogano con le nostre stesse paure e i nostri desideri più inconfessabili.
La musica di Verdi vivifica emotivamente dei passaggi cruciali, mentre il telefono e la radio ci restituiscono le parole di Shakespeare in una chiave inattesa.
Il blackout, inaugurato dalle ripetute invocazioni della notte e dei demoni, lascerà nuovo spazio alla luce, in un finale immaginario. I morti, con la potente immagine della danza macabra, di medievale matrice, sono di nuovo in piedi, danzanti, consolati ed in pace, viaggiano verso un'altra dimensione, verso un altro mondo. Anche Macbeth, forse, può nell'aldilà trovare la pace.

ARTEMISIA GENTILESCHI. IL PROCESSO
di Valentina Ferrara

Regia di Valentina Ferrara

Tipo di teatro: -

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"Una compagnia teatrale sale sul palcoscenico, interrogandosi sul significato di quanto sta per mettere in scena. Come in un carillon musicale, in una giostra del tempo, affiorano dalla Storia e sfilano davanti a noi i protagonisti di un vero processo. Si è celebrato a Roma, nello Stato Pontificio, nel 1612, per lo stupro subito della pittrice Artemisia Gentileschi, allora diciassettenne. Imputato: il maestro di prospettiva di Artemisia, il giovane Agostino Tassi. I verbali sono estratti dall'archivio di Stato di Roma."
L'operazione fonde tre valori: arte/diritto/contrasto alla violenza sulle donne. Pare sia il primo processo per stupro documentato in Italia. Artemisia ci ha insegnato che il dolore e la vergogna possono essere sublimate in bellezza. La sua vita rappresenta una rivincita contro una società gretta e maschilista. In un mondo in cui la violenza sulle donne è ancora una vera piaga sociale, storie come la sua possono essere un esempio per tutte le donne, affinché non si perda mai la propria voce e la forza di lottare attivamente contro abitudini tossiche e comportamenti profondamente umilianti.