Saturday 20 Apr 2024

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La Corte dei Miracoli APS di Quinto di Treviso

Anno di fondazione: 2022
Presidente: Floriano Gasparin
Indirizzo: Via Pitter, 29 - 31055 Quinto di Treviso (TV)
Telefono: 3498462717
Facebook: La Corte dei Miracoli
E-mail: Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.
Sito web: -
Referenti: Patrizia Franco 3480389212
Teresa Giusto 34836316

Spettacoli disponibili


I Burattini Quintini:
TRONCARBON E IL MISTERO DEL MULINO INCANTATO

da un'idea di Floriano Gasparin

Adatt. di Remigio Biral

Regia di -

Tipo di teatro: burattini

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Raccontano ancora oggi i nostri nonni che molto tempo fa, nel paese di Vattelapesca, si verificarono dei fatti strani che turbarono la tranquilla vita dei paesani. Un bel giorno, dalla palude vicino al mulino di Mario, il mugnaio, si cominciò a sentire degli strani versi e si videro per terra della strane impronte.
Dapprima nessuno gli diede particolare peso perché si diceva che si trattasse della maledizione di una zingara passata da quelle parti ma, dopo che anche gli animali domestici iniziarono a sparire, tutti cominciarono seriamente a preoccuparsi. Anche il sindaco era molto preoccupato soprattutto perché, nelle notti di luna piena, le acque del fiume si ghiacciavano e la ruota del mulino rimaneva bloccata per giorni e non si poteva macinare la farina per il pane. Gli unici che non si curavano di questi fatti erano quei ladruncoli incalliti di Anselmo e Bortolo che per l'ennesima volta tentavano, senza successo, di rubare al mulino. Nonostante fossero state messe delle guardie per capire di cosa si trattasse, nessuno riuscì mai a scoprire di quale creatura si trattasse tanto che, per non sapergli dare un nome, la gente lo chiamava Chi-sai-tu.

I Burattini Quintini:
ARLECCHINO SERVITORE DI DUE PADRONI

da Carlo Goldoni

Adatt. di Remigio Biral

Regia di -

Tipo di teatro: burattini

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Sempre alla ricerca di come sbarcare il lunario, e di come riempire la pancia morsa da una fame insaziabile, Arlecchino si ingegna di poter servire due padroni contemporaneamente, l'uno all'insaputa dell'altro, per poter così guadagnare un doppio salario ma, soprattutto, mangiare il doppio. La sua furbizia si intreccia però con le vicende degli altri personaggi: quella di due amanti, Beatrice e Florindo, fuggiti da Torino, l'uno all'insaputa dell'altra, e casualmente alloggiati nella stessa locanda di messer Brighella; il matrimonio che rischia di saltare tra la figlia di Pantalone Clarice e Silvio, il figlio del dottor Lombardi, a causa della improvvisa apparizione di un precedente pretendente che si credeva morto. Nascono così delle situazioni comiche ed esilaranti dove il povero Arlecchino deve arrabattarsi, inventandosi delle improbabili storie, per cercare da una parte di continuare a servire i due padroni e nello stesso tempo non farsi scoprire da questi nel doppio ruolo di servitore di entrambi.

Quarta Parete:
INTRIGHI D'AMORE

Regia di Teresa Giusto

Tipo di teatro: brillante

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La commedia è ambientata in un contesto sociale della ricca e lussuosa borghesia milanese degli anni 60-70. Un gruppo di amiche, mogli di grossi imprenditori, passa il tempo libero a giocare a carte e a frequentare sale di bellezza e di moda, fra pettegolezzi e notizie scandalistiche dei rotocalchi femminili. Fra loro, la più ingenua e semplice è Sara, la protagonista, ricca di famiglia, che crede sinceramente nell'amicizia e nell'amore.
Le amiche la invidiano perché la sua vita familiare va a gonfie vele, ma un giorno scoprono che il marito la tradisce con una ragazza più giovane e, soprattutto, non del loro rango. Anche se in cuor loro nutrono contentezza, non vogliono rivelare all'amica i loro veri sentimenti e si comportano con lei fingendo comprensione. Sara farà di tutto per salvare il suo matrimonio, anche se la situazione la farà approdare al divorzio. Riuscirà, Sara con la sua tenacia e la sua strenua lotta, a riscattare le proprie scelte?

Né arte né parte:
SIOR TITA PARON

di Gino Rocca

Regia di Teresa Giusto

Tipo di teatro: -

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Questa è una delle commedie più significative del repertorio in dialetto di Gino Rocca. L'autore affronta, anche se in modo esilarante, la complessità della gestione del potere da parte della classe sociale meno agiata del Veneto vissuta fra le due guerre. Lo fa attraverso una vicenda che si svolge in una casa padronale e che ha come protagonisti i servitori. Alla morte del loro padrone, un ricco proprietario terriero, i servitori si trovano a contendersi l'inaspettata eredità. Da quel momento menzogne e ruberie, adottate quotidianamente per accaparrarsi qualcosa delle ricchezze padronali, entrano in crisi.
Subentrano invece tensioni represse, invidie, tradimenti, conflitti o alleanze soprattutto con il maggiordomo che viene nominato unico erede. L'abilità di Tita consisterà nello sfruttare l'incapacità di autogestione e di autonomia dei servitori e nell' usare furbizia e diplomazia per ripristinare fiducia e pacifica convivenza. La commedia "Sior Tita paron", andata per la prima volta in scena nel 1928, è considerata una delle più belle opere della drammaturgia veneta del Primo Novecento non solo per l'originalità della trama ma anche per la maestria dell'autore nel tratteggiare i caratteri dei personaggi soprattutto nelle loro interazioni.

Né arte né parte:
N'DEMO FAR FIÃ’

Regia di -

Tipo di teatro: -

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Testo che racconta la storia di quello che succedeva soprattutto nelle stalle contadine. Viene rappresentato lo specchio delle serate in cui ci si ritrovava tutti assieme, in un ambiente ricco di ciaccole di paese, condite con affari, amori, intrighi e vita familiare.