5° Gran Premio del Teatro Amatoriale Veneto Ecco le cinque finaliste

Sottosopra di Padova, Soggetti Smarriti di Treviso, La Moscheta e G.T. Einaudi-Galilei di Verona, La Calandra di Vicenza. Sono queste le cinque formazioni che si sfideranno alla quinta edizione del Gran Premio del Teatro Veneto, kermesse organizzata dalla Federazione Italiana Teatro Amatori regionale con in palio anche un lasciapassare per la finalissima nazionale.

Uscite da un prima fase di selezione, le compagnie finaliste saranno ora chiamate a confrontarsi con la giuria tecnica, composta dai critici Alessandra Agosti, Sofia Teresa Bisi e Filippo Bordignon.

Due gli allestimenti goldoniani, entrambi liberi adattamenti.

Con la compagnia Sottosopra ci si calerà nel vortice irrefrenabile di chiacchiere a sproposito de "El ciacciaron imprudente", che la regia di Eleonora Fuser arricchisce di omaggi ad altre commedie del veneziano, dal "Campiello" a "La villeggiatura", a "La locandiera". L'incapacità di Ottavio di tenere a freno la lingua crea un susseguirsi di complicazioni, equivoci e litigi, fino alla resa dei conti che risolverà ogni cosa.

Spirito rock e giochi temporali, invece, ne "L'antikuario" de La Calandra, libera riscrittura e regia di Davide Berna. Rispetto a "La famiglia dell'antiquario" originale, nell'allestimento tutto è alzato di tono e shakerato a dovere: l'inettitudine del padrone di casa sprecone e appassionato di cianfrusaglie, la litigiosità delle donne, la furberia dei servi e dei cicisbei.

Dai pizzi veneziani a quelli parigini con la compagnia Soggetti Smarriti (nella foto), alle prese con una gustosa messa in scena de "La presidentessa", grande classico di Maurice Hennequin e Paul Veber, nell'adattamento e per la regia di Mariarosa Maniscalco, tutta giocata su ritmo, malizia e colpi di scena, nella migliore tradizione della commedia degli equivoci.

Tutti elementi, questi, che tornano in una delle commedie simbolo dello humor anglosassone (da quarant'anni esatti, visto che la prima assoluta risale al 1982): "Rumori fuori scena" di Michael Frayn, nell'allestimento dell'Einaudi-Galilei, per la regia di Renato Baldi e Marco Frassani. Fra entrate e uscite a raffica, beghe personali e piatti di sardine, le vicissitudini di una compagnia teatrale alle prese con tre momenti della vita di uno spettacolo.

A completare la rosa dei finalisti, la compagnia La Moscheta con "Una casa di pazzi" di Roberto D'Alessandro, che tra risate e intensità accompagna lo spettatore nelle dinamiche di una famiglia in crisi, composta da Attanasio, dalla moglie Maria Alberta e dal fratello di lui, Remigio, disabile psichico. Una convivenza non facile, ulteriormente complicata dalla vulcanica vicina di casa, Gina.

Il Gran Premio nazionale, trasformatosi in festival dal vivo nel 2019, di recente ha portato grandi soddisfazioni al Veneto: vincitore assoluto lo scorso anno con Teatroimmagine di Salzano (Venezia) per "La strana storia del Dottor Jekyll e Mister Hide", da Robert Louis Stevenson, scritto e diretto da Benoit Roland e Roberto Zamengo; e in lizza anche quest'anno con la compagnia Teatro Insieme di Sarzano (Rovigo) ne "Le done de casa soa" di Carlo Goldoni, per la regia di Marna Poletto e Roberto Pinato, attesa sabato 27 agosto a Colleferro, nel Lazio, per sfidare gli altri dieci concorrenti provenienti da altrettante regioni.

«Il teatro FITA Veneto – commenta il presidente regionale Mauro Dalla Villa – conferma nelle più diverse occasioni il suo alto livello qualitativo e la varietà delle sue proposte. Concorsi come questo rappresentano un'opportunità preziosa offerta alle nostre formazioni per confrontarsi con altre realtà teatrali italiane e per conoscere altri repertori e altre impostazioni: un valore aggiunto che ha come conseguenza più importante una ricaduta positiva sul pubblico».