Luigi Lunari, la scomparsa di un amico del nostro teatro

Addio a Luigi Lunari. Non è mai facile salutare per sempre un grande amico e così, per tutti noi di Fita Veneto, dire addio a Luigi Lunari è davvero molto, molto difficile.
In lui, drammaturgo di fama internazionale, protagonista tra i più importanti e significativi del teatro dagli anni Cinquanta ad oggi, nel corso della lunga collaborazione che ci ha uniti abbiamo trovato non solo un punto di riferimento straordinariamente competente, ma un vero amico e un estimatore sincero e generoso del nostro fare teatro per passione.

Nei tanti anni in cui è stato un componente fondamentale della nostra famiglia - come consulente artistico di Fita Veneto e come selezionatore finale del festival nazionale Maschera d'Oro - abbiamo imparato ad apprezzarne le doti di intelligenza, saggezza ed esperienza, la carica ironica e provocatoria, gli spigoli urticanti e la grande generosità, la capacità di ascoltare e quella, non comune, di raccontare il teatro e la vita.

I suoi brillanti interventi ai nostri congressi, le sue "lezioni" ai ragazzi tanto informali quanto ricche e ammalianti, i suoi originali e intriganti contributi al nostro periodico Fitainforma, le esaurienti e puntualissime pagine di osservazioni che, a chiunque lo chiedesse, proponeva in merito ad allestimenti e copioni, tutto questo resterà ben fisso nella nostra memoria e ne faremo tesoro. Ma allo stesso modo resteranno i ricordi personali, tanti, delle chiacchierate e delle battute sagaci in ogni occasione di incontro, dei vividi racconti frutto della sua infinita esperienza nel mondo del teatro, conditi di ricordi e di aneddoti gustosi.
Difficile enumerare con la dovuta precisione tutto quello che Luigi Lunari ha fatto nella sua vita piena, vissuta fino all'ultima goccia. Ci proveremo, rimandando comunque al suo bel sito (www.luigilunari.com), dove si trovano anche i suoi testi teatrali.
Nato nel 1934 a Milano, dopo la laurea in Giurisprudenza e studi musicali, nel 1960 entrò al Piccolo Teatro come incaricato dell'Ufficio Studi, per poi divenire stretto collaboratore di Paolo Grassi e di Giorgio Strehler, per il quale tradusse testi di Brecht, Shakespeare e Cecov. Nel 1982 se ne andò, per diversità di vedute proprio con Strehler (al riguardo, imperdibile lo spassoso racconto "Il Maestro e gli altri" del 1990).
Per il teatro ha scritto commedie e drammi dagli anni Cinquanta fino a tempi recentissimi. Nel 1961, in particolare, il suo "Tarantella per un piede solo" fu rappresentato al Teatro Mercadante di Napoli come spettacolo di apertura del Teatro Stabile, ma la rappresentazione venne interrotta dalla polizia con l'accusa (poi ritirata) di oltraggio al pudore: a dirigere la commedia, in quell'occasione, era Andrea Camilleri, altro grande che ci ha lasciato proprio qualche settimana fa. Tra le sue opere più celebri e rappresentate in tutto il mondo da ricordare "Tre sull'altalena", "L'incidente", "Non so, non ho visto, se c'ero dormivo" (per i celebri Gufi), "Il senatore Fox", "Nel nome del padre" e "Il canto del cigno". Queste e molte altre opere continuano ad essere rappresentate con successo anche da numerose compagnie amatoriali, che della scrittura di Lunari hanno sempre apprezzato la linearità, la potenza, la sottile ironia e il perfetto respiro teatrale.
Ma Lunari è stato anche scrittore, sceneggiatore di successo per la televisione e la radio e raffinato saggista: da segnalare, in particolare, le opere di Molière e di Carlo Goldoni, curate per la Collezione di Teatro della Biblioteca Universale Rizzoli, e le prefazioni al Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand (1986), a Il principe di Homburg di Heinrich von Kleist (1983), allo Zio Vania di Anton Pavlovič Čechov (1997) e a Le Cid di Pierre Corneille (2012).
Luigi Lunari ci mancherà per tutto quello che ha dato al teatro alla cultura del nostro Paese, dal quale avrebbe certamente meritato più attenzione. Ma ci mancherà anche e soprattutto, lo ribadiamo, come uomo e come amico. Grazie di cuore, da tutti noi.