Accademia del Teatro 2017: la regista è Valentina Mustaro

Sarà la regista Valentina Mustaro a guidare l'edizione 2017 dell'«Accademia del Teatro», il programma di formazione residenziale per giovani iscritti alla FITA - Federazione Italiana Teatro Amatori che quest'anno si svolgerà dal 24 settembre all'1 ottobre a Roma Ostia, in occasione della 30ª Festa del Teatro.

Salernitana, 31 anni, sulla scena a 13, regista per la prima volta a 17, una laurea in Regia al Dams, una magistrale in Scienze dell'educazione con il massimo dei voti, un Master di I livello in artiterapie e un solido percorso teatrale, nonostante la giovane età Valentina Mustaro ha ottenuto risultati e riconoscimenti importanti, decidendo di dedicare tutta se stessa al teatro.
Una scelta non facile, la sua. Quasi controcorrente, di questi tempi. Tanto più significativa, allora, la scelta del "Dyscolos" (il misantropo) di Menandro quale testo di riferimento per il lavoro che porterà avanti con i ragazzi dell'Accademia FITA, che avrà come filo conduttore proprio il rapporto tra individuo e società, tra visione del singolo e convenzioni stabilite dal gruppo.

«Ciò che riguarda la drammaturgia antica - ci spiega la regista, quando le chiediamo il perché di questo testo - mi ha sempre affascinato: credo infatti che davvero nel teatro greco ci sia già la base di tutto. Quanto a Menandro, si tratta di un autore molto "moderno", il primo ad affrontare temi sociali, in linea quindi con quella finalità pedagogica che il teatro deve avere, portando a far riflettere sulla realtà che ci circonda. Il suo "Dyscolos", in particolare, mostra un individuo e una società a confronto, tra volontà di andare avanti da una parte e desiderio di rimanere ancorati alla tradizione dall'altro. Noi - continua la regista - viviamo in un continuo cambiamento, e a volte è difficile inserirsi in un contesto sociale quando si voglia vivere in maniera diversa: questo per me è un problema affascinante, che mi tocca da vicino, ma che penso possa essere stimolante in generale».

Ma partendo dal "Dyscolos" - che narra le vicende di un vecchio burbero, che si ammansirà solo dopo essere stato salvato da chi aveva sempre tenuto a distanza - la regista va oltre, proponendone una lettura particolare: nella quale, cioè, il protagonista Cnemone potrebbe non essere affatto "la bestia tra gli uomini" della lettura comune, ma il solo "uomo" in una società di "bestie" inquadrate e standardizzate: «Chi stabilisce - afferma infatti Mustaro - quale debba essere il punto di vista corretto? I più, chiaramente, tendono a vedere l'individuo come "sbagliato": ma potrebbe essere il contrario».

Sarà dunque questo l'ambito di ricerca attorno al quale si muoveranno i ragazzi dell'Accademia, giovani provenienti da esperienze, percorsi e realtà molto diverse tra loro. Un mix che Mustaro ritiene essere non una difficoltà ma una possibilità: «Nella mia regia - spiega - mi piace usare le potenzialità degli attori, tirar fuori da ciascuno quello che ha dentro. Lo farò anche questa volta, nonostante ci sia solo una settimana a disposizione. Peter Brook dice che il compito del regista non deve essere quello di imporre il proprio pensiero, ma di guidare lungo un percorso nel quale ognuno deve mettere qualcosa di suo. Condivido questa visione e ai partecipanti, quindi, chiederò di portare nel gruppo ciò che hanno e di mescolarlo a quello degli altri, per poi trovare insieme la strada da percorrere».
Nel lavoro formativo, grande spazio avranno il training fisico (intenso, basato su alcune tecniche di commedia dell'arte, mimica e interpretazione corporea), il training vocale (per l'uso della voce e il suo impiego come strumento sonoro naturale) e il lavoro di riflessione sul testo, sul suo stravolgimento e sul sottotesto.

Mauro Pierfederici, direttore artistico FITA: «Un progetto di spessore, spiegato nei dettagli»
«Fra i progetti presentati quest'anno, tutti di notevole livello, quello di Valentina Mustaro - dichiara Mauro Pierfederici, direttore artistico della Federazione - è stato scelto perché ha soddisfatto in pieno ciò che il bando richiedeva: un lavoro di spessore e spiegato con chiarezza quanto a obiettivi e metodi. A tutto questo si sono poi aggiunti il curriculum e l'esperienza della regista nel campo della formazione. Tengo comunque a sottolineare che davvero la scelta del progetto per l'Accademia si fa di anno in anno più difficile, vista la caratura crescente delle proposte presentate: una conferma - conclude il direttore artistico FITA - di come la qualità del nostro teatro sia in costante aumento».