Friday 29 Mar 2024

You are here Fita Veneto Regista sì, regista no: al congresso regionale un dibattito stimolante ~ VIDEO

Regista sì, regista no: al congresso regionale un dibattito stimolante ~ VIDEO

All'insegna della vivacità, della riflessione e perfino della provocazione (ma bella e costruttiva) il congresso regionale Fita Veneto che domenica 15 ottobre ha riunito a Venezia, nella ex chiesa di San Leonardo, un pubblico tanto folto quanto attivo e partecipe, che ha intessuto un fitto scambio di opioni con i quattro relatori invitati ad animare l'incontro: il drammaturgo Luigi Lunari, il docente dell'Università di Genova e storico del teatro Roberto Cuppone, la performer Pierangela Allegro e il critico Franco De Maestri.


Il tema in discussione - "Dall'idea al palcoscenico" - era, d'altronde, particolarmente invitante, aprendo una straordinaria serie di possibili terreni di indagine: dal ruolo del regista oggi al senso della sua stessa "esistenza" all'interno di una compagnia, dal peso dell'attore (creatore o esecutore) nella formazione di un "prodotto teatrale" al ruolo del pubblico e della critica.

Una figura in discussione (o forse no)
Ma è stato sulla figura del regista che il confronto, coordinato dalla giornalista Alessandra Agosti, si è fatto particolarmente acceso. Una prima "provocazione", al riguardo, è venuta da Cuppone, il quale, dopo aver brevemente ripercorso le fasi salienti della nascita della regia e il suo approdo in Italia, ha sottolineato la progressiva messa in discussione di questa figura nel teatro degli ultimi decenni, sempre più orientato - almeno in certi ambiti - ad un superamento dell'unicità creativa del regista, a beneficio di una creatività condivisa, nella quale al regista può spettare, semmai, un ruolo di "levatrice di idee", ma non più né solo sue, né "imposte" dall'alto.
Su questa linea, certamente, si è sempre sviluppata l'esperienza creativa di Tam Teatromusica, illustrata dalla Allegro, che ne è stata tra i fondatori. «Quando abbiamo iniziato il nostro percorso, negli anni '80 - ha ricordato la performer -, siamo partiti dall'idea di teatro che volevamo proporre: un lavoro sul linguaggio, lontano dai confini di quasi tutto il teatro che vedevamo intorno a noi in quegli anni. Poi abbiamo preso gli elementi basilari del teatro, quelli tradizionali, ma confrontandoci con essi simultaneamente e sperimentando, facendone strumenti creativi».

A ciascuno il suo teatro
Proprio la distanza esistente tra la maggioranza delle esperienze del mondo amatoriale veneto ed esperienze "altre" come quella di Tam Teatromusica o come quelle collocabili nel mondo teatrale illustrato da Cuppone hanno consentito quella riflessione e quell'autoanalisi che il congresso si proponeva di stimolare, tale da portare ogni singolo partecipante alle proprie, personalissime considerazioni: da una netta affermazione dell'insuperabile necessità di un regista ad una riflessione sul proprio modo di essere regista, sulla propria volontà o non volontà di coinvolgere l'attore; attore che a sua volta - come sottolineato da alcuni interventi - può/deve ripensare il proprio ruolo e, soprattutto, la propria responsabilità nell'atto teatrale, da quello creativo a quello performativo (ammesso che tra i due esista, in effetti, una separazione), condividendo fino in fondo il "senso" del lavoro condotto dal gruppo, comprendendone tutti i risvolti, da quelli culturali a quelli storici, da quelli più squisitamente artistici a quelli tecnici.
L'animata discussione accesasi anche sui termini utilizzati - regista", "direttore", "orchestratore", "coordinatore", "attore", "performer" - è stata solo in apparenza fine a se stessa, non facendo che rimarcare quel bisogno di consapevolezza che il "fare teatro" richiede, a tutti i livelli e in qualsiasi genere ci si muova, dal più tradizionale al più spinto nella sperimentazione: fermo restando, come opportunamente sottolineato da De Maestri, che «si deve sperimentare sempre, qualsiasi tipo di teatro si faccia: altrimenti il teatro muore».

Il rapporto con il pubblico
Con Lunari ad attraversare e stimolare la conversazione con la sua esperienza e la sua visione disincantata, un ultimo livello di confronto è stato dedicato al rapporto con il pubblico: tra le considerazioni emerse, la tendenza ad una progressiva passività da parte degli spettatori, ormai disinteressati o disabituati a dimostrare apertamente il proprio dissenso verso una rappresentazione, pur se giudicata negativamente. In questo ambito, ha proposto De Maestri in chiusura, il teatro amatoriale potrebbe assumersi un significativo ruolo attivo, osando con maggiore coraggio e stimolando il pubblico ad esprimere appieno il proprio senso critico.

Il saluto del presidente Fita Veneto Dal Villa
E Fita nazionale è ricevuta dal Ministro Franceschini
L'incontro a Venezia è stato anche l'occasione per presentare la 31ª edizione di Fitainscena, l'annuario delle compagnie illustrato dal presidente Fita Veneto Mauro Dalla Villa: una finestra aperta - ha ricordato il presidente regionale - «sul nostro mondo teatrale, che ogni anno di più mostra la propria varietà, con la prosa certamente in posizione preminente, ma con significative presenza anche nel campo del cabaret, del teatro musicale, del teatro ragazzi e nel teatro di figura».
Da Dalla Villa, inoltre, un richiamo forte alla partecipazione da parte di tutti gli iscritti alle attività proposte dalla Federazione e ad utilizzare davvero e appieno i mezzi di formazione e informazione (il sito www.fitaveneto.org, il bimestrale online www.fitainforma.it, le pagine Facebook regionale e provinciali, la newsletter mensile che inviamo a tutti i singoli iscritti) che Fita mette a disposizione degli associtati: «Gli strumenti - ha concluso il presidente Dalla Villa - ci sono: a tutti noi la decisione se utilizzarli e renderli funzionali alle nostre necessità».
Un saluto in apertura di congresso è stato portato anche dal presidente del Comitato provinciale Fita di Venezia, Gianni Visentin, e dal vicepresidente nazionale Aldo Zordan, che ha annunciato l'incontro programmato ad ottobre tra Fita nazionale e il ministro della Cultura, on. Dario Franceschini: «È la prima volta - ha commentato Zordan - che la nostra Federazione viene ricevuta da un ministro della Cultura: lo riteniamo un evento significativo, segnale di una accresciuta considerazione nei confronti nella nostra realtà».