I personaggi principali costituiscono il solito triangolo: moglie, marito e amante, ma non si tratta di un dramma a sfondo borghese, bensì del dramma del protagonista Leone Gala il quale per sfuggire alla tragedia di una vita di dolore, decide di astrarsi, rifiutando i sentimenti e le passioni, assumendo tutta la realtà circostante a logica e ragione. Si diletta di gastronomia e filosofia, disquisendo con il cameriere di nome Filippo, ma non a caso detto Socrate, delle ultime teorie del pensiero di Henri Bergson. Egli soffre della separazione della moglie e ancora l’ama, ma riesce a mascherare tutto benissimo, perché “s’è vuotato di ogni passione”, appagandosi del gioco dell’intelletto. La moglie Silia è una donna inquieta, incapace di individuare per sé punti di riferimento, anticipatrice dell’angoscia e della alienazione d’oggi, non sopporta la compostezza e la placida indifferenza del marito. Neppure il rapporto con l'amante né la tanto agognata libertà riescono a dare un senso alla sua esistenza. Il rancore la porta a concepire una rivalsa nei suoi confronti, inducendolo a sfidare a duello il marchesino Miglioriti, responsabile di un' offesa da lei ricevuta. Ma il logico "giuoco delle parti", si trasformerà in una razionale vendetta di Leone.
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